Museo della Certosa |
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Storia: |
La prima idea per la costituzione di un Museo della Certosa risale al 1883 e fu di T.V. Parravicini, che propose di raccogliere i materiali per completare ed illustrare il Monumento stesso. Nel 1888 l'idea fu accolta dal Ministero e venne scelto del Palazzo Ducale come sede espositiva per le raccolte, tuttavia, in quello stesso anno, a un'ispezione ministeriale seguì l'indicazione di ricollocare gran parte delle opere nel loro contesto originario, anziché prevederne un allestimento museale.
Soltanto nel 1892 fu delineato un itinerario museale vero e proprio, che comprendeva:
una parte di scultura, oggetti del corredo funebre di Gian Galeazzo e disegni dei secc. XVI e XVII per la facciata e per il Palazzo Ducale.
Nel 1896 si ipotizzò l'allestimento d'una galleria di gessi che, grazie ai calchi di molti elementi decorativi, consentisse lo studio del Monumento nei minimi particolari.
Il recupero del Palazzo iniziò nel 1897 e proseguì per molti anni. Aperto per la prima volta nel 1911 il Museo è poi rimasto chiuso per quasi mezzo secolo.
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Cosa vedere: |
Il Museo raccoglie opere provenienti dal complesso monastico o ad esso strettamente collegate. Il Museo comprende due sezioni fondamentali: al pian terreno è conservata la Gipsoteca (nel recentissimo riallestimento curato dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio di Milano), che ospita circa 200 calchi in gesso - per la maggior parte opera di Pietro ed Edoardo Pierotti (fine del XIX secolo) - tratti dai rilievi di facciata, dai chiostri e da altre parti del monastero, nonché dal monumento sepolcrale di Gian Galeazzo Visconti, fondatore della Certosa nel 1396; al piano superiore si trovano invece paramenti, dipinti e sculture originali. Fra questi si segnalano la grande pala di Bartolomeo Montagna e i dipinti su tavola, frammenti di polittici, recentemente restaurati, di Ambrogio da Fossano (detto il Bergognone) e Bernardino Luini, e gli straordinari altorilievi marmorei con tracce di dorature e policromia realizzati da Giovanni Antonio Amadeo, Cristoforo Mantegazza e Agostino Busti (detto il Bambaja).
Allo stesso piano trovano posto ritratti sei e settecenteschi dei Visconti e degli Sforza, mecenati del monastero, pitture murali staccate, attribuite al pavese Bernardino de’ Rossi e allo stesso Bergognone, dipinti di Bernardino e Antonio Campi, e una serie di santi certosini.
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Prezzi: |
Ingresso gratuito |
Recapiti
Palazzo Ducale, Via Monumento, 4
Certosa di Pavia (PV)
Telefono: 0382 925613
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