Io sono un babbeo! O, perlomeno, appartengo alla categoria dei “boccaloni” (termine preso in prestito dai pescatori, che così definiscono quei pesci che abboccano con qualsiasi tipo di esca); mi lascio affascinare dalle edizioni deluxe, dai cofanetti commemorativi, dalle “special limited edition”, e da tutta quella valanga di materiale discografico che, specie negli ultimi anni, invade sistematicamente il mercato.
Hanno cominciato (o, in verità, non hanno mai finito) con i Beatles e John Lennon, poi c’è stato Bob Dylan con la sua Bootleg Series, seguito a ruota da Neil Young e da Springsteen, con edizioni e cofanetti sempre più costosi, pieni (è vero, sì) di “chicche” per collezionisti e fan, gadget, dvd e quant’altro, ma sempre più insostenibili come prezzo.
Buon ultimo, Paul McCartney si è messo a ripubblicare tutto il suo catalogo di album in varie forme e formati: dal doppio cd al doppio vinile (sì, anche questo vezzo di ripubblicare in vinile sta tornando di moda), dal cd + dvd al triplo cd + dvd + libro in edizione limitata e numerata.
E, quando a Natale è stato pubblicato Band on the Run, si pensava che l’operazione avrebbe avuto cadenza annuale.
Invece no! A solo sei mesi di distanza, eccolo tonare con due nuove edizioni di McCartney I e McCartney II.
Aprendo le confezioni, poi, si scopre un fogliettino a colori su cui vengono indicate le prossime uscite: ben quattro album in una volta sola!
Ora, mi domando se sia lecito chiedere ai propri fan sforzi economici di tale portata proprio in momenti di crisi economica come questi.
Si fa presto a dire “beh, ma basta non comprarli”.
Eh, ma non è così semplice; perché le edizioni speciali, come per miracolo, dopo poco spariscono dal mercato e diventano improvvisamente introvabili, e vi assicuro che i famosi contenuti extra sono effettivamente “ghiottonerie” che il malvagio si era tenute gelosamente nascoste per tutti questi anni.
E allora io (come altri) compro; e mi sento colpevole per la spesa e, d’altra parte, anche un po’ truffato e vittima di un’operazione che, se da un lato ha sicuramente una valenza musicale e artistica notevole, dall’altro adombra una grossa speculazione commerciale.
E se non fossimo tutti un po’ “babbei”, forse riusciremmo a vedere dove si trova il sottile confine tra musica e business e ci comporteremmo di conseguenza.
Meditate gente, meditate. |