“Ecco il lento bradipo, il simo urango, il ricinto armadillo, l’istrice irto, il castoro architetto, il muschio alpestre, la crudel tigre, l’armellin di neve..”. Così Lorenzo Mascheroni, poeta e matematico, elencava in versi le meravigliose creature custodite nel Museo di Storia Naturale di Pavia.
È il 1793 quando rivolge alla contessa Paolina Secco Suardo Grismondi un lungo poemetto per invitarla a Pavia e per celebrare la cultura pavese attraverso le bellezze dei suoi musei. Protagonista vero dell’ Invito a Lesbia Cidonia è il Museo di Storia Naturale, fondato nel Settecento per volere dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria nell’ambito della poderosa riforma universitaria.
Oggi il Museo, inserito nel Sistema Museale di Ateneo, consente una visita alla sede espositiva di via Guffanti, a Pavia.
Le aperture sono previste una volta al mese, di sabato mattina. Dalle 9.00 alle 12.00 sarà possibile accedere al Museo dove sono esposti seimila esemplari disposti entro grandi armadi lignei ottocenteschi.
Le collezioni spaziano da un coccodrillo del Nilo a un maestoso ippopotamo, giunto in città da Mantova nel 1783; da due sontuosi leoni a uno squalo di oltre 3 metri di lunghezza proveniente dallo stretto di Messina e acquistato da Lazzaro Spallanzani, e ancora un gorilla, un elegante tursiope fino a forme curiose dal mondo animale.
Nel Settecento era ancora vivo l’interesse per le Wunderkammern e per tutto ciò che procurasse meraviglia e stupore. Dunque gli appassionati troveranno, tre le altre, due coppie di animali siamesi e un agnello senza tronco e senza testa.
E ancora, in esposizione, si ammirano le variegate raccolte di uccelli, rettili e anfibi: non mancano una cospicua quantità di colibrì, di uccelli del Paradiso e di pappagalli tra cui il raro Cacapò, e tra i rettili una anaconda e un pitone, oltre a storioni, pesci palla e un tonno settecentesco perfettamente conservato. |