Secondo appuntamento con la lirica al Teatro Besostri di Mede. Il Teatro dell’Opera di Milano presenta: Madama Butterfly, opera lirica di Giacomo Puccini su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, con l’Orchestra Filarmonica di Milano diretta da Claudio Vedagnini e la Corale Lirica Ambrosiana diretta da Roberto Ardigò. Giostre di immagini di Elena Busisi e Mario Migliara (Les farandoles des ilusions)
Realizzazione scenografia e attrezzeria Arti di Scena. La regia e ideazione scenica sono di Mario Riccardo Migliara.
Madama Butterflyè la sesta opera di Puccini che scelse il soggetto dopo aver assistito a Londra Di fronte all'incredibile fiasco Giacomo Puccini riprese in mano il libretto, alleggerì le scene, modificò alcune arie e ripresentò Madama Butterfly a Brescia al Teatro Grande il 28 maggio dello stesso anno e da quel giorno iniziò la sua seconda, fortunata esistenza., nel luglio 1900, all'omonima tragedia in un atto di David Belasco, a sua volta tratta da un racconto dell'americano John Luther Long dal titolo Madam Butterfly, apparso nel 1898. Originariamente denominata “tragedia giapponese in due atti”, la composizione, iniziata nel 1901 venne rappresentata alla Scala di Milano. Il 17 febbraio 1904 e fu un autentico fiasco.
Il fulcro di Butterfly sta nel gigantesco portale a griglia che rende ancora più esigua la falsa intimità della casa, nei chiaroscuri che si leggono sui volti, quasi dei segni indelebili delle loro passioni solo velate da pareti sottili . Un ambiente che muta sia cromaticamente che a seconda di questa spaziatura, quattro ambienti che come origami racchiudono i protagonisti e le loro illusioni in una prigione impalpabile e un corollario sentimenti collocati in una impietosa ribalta. L’illusione della protagonista si legge sulla struttura della casa, in continua possibilità di variazione.
E’ proprio nella mutevolezza delle immagini che avvengono sulla superficie delle pareti che si ottempera la meraviglia dell’ Ikebana, Immagini che hanno la fragilità di un pizzo e l’inconsistenza di una relazione amorosa nel suo perenne mutarsi legato al desiderio. Lo stagno rappresenta un ulteriore momento naturale fittizio e il piano di svolgimento dell’opera è orizzontale: gli artisti si muoveranno quasi su una passerella. |