Approfittiamo della segnalazione che ci arriva dal Teatro in polvere di Milano per inaugurare questa nuova rubrica "fuori... portata" che tratterrà di iniziative riguardanti "la tavola" non strettamente legate alla nostra provincia.
"Tre attori, un musicista, quattordici strumenti musicali, cinque portate, quarantasei ingredienti, quattro tipi di vino, tre pentoloni, centodieci piatti, novanta bicchieri, ventidue mummarelle, diciotto mesi di lavoro, quattro quintali di farina 00, cinquecentosedici uova, tre tentativi di abbandono, quattro gatti, diciotto personaggi, due ore di spettacolo, nessuno sponsor..."
... come presenta lo spettacolo teatro-cucina chi lo ha ideato.
Ventisei commensali, spettatori ad un unico inusuale banchetto, in cui ciò che viene servito è frutto dell'agire dell'attore in un "impasto" scenico tra musica e farina, danza e acqua, canto e vino.
Tempo, cura, dedizione non riguardano solo l'aspetto più squisitamente teatrale, ma anche la ricerca e il reperimento di alimenti ed elementi culinari.
La scelta delle pietanze è strettamente legata alla drammaturgia: se una vivanda dovesse essere sostituita, anche l'azione scenica sentirebbe necessità di mutare. Questo legame rende preferibile, ai fini di una fruizione ideale, che lo spettatore non sappia quali siano le portate che gli verranno servite fino al momento in cui non saranno evocate e create in scena dagli attori. |