Questa volta è fatta! (o quasi). Sto infatti ultimando le ultime schede della nuova edizione di Rock Around Pavia, il cui sottotitolo sarà “5 Decadi di Musica Rock (ed altro) in Provincia di Pavia”. E’ stato un massacro: dalle 5 alle 11 ore al giorno attaccato al computer per mesi, più di 400 pagine di libro, migliaia di fotografie, notti insonni, litri di caffè, tonnellate di sigarette e…non chiedetemi mai più di rifarlo!
Ho dovuto riscrivere tutto, a partire dagli anni ‘40/’50 sino al 2008. Se da un lato Internet e i vari MySpace mi sono stati d’aiuto, dall’altro mi sono preso delle arrabbiature (per usare un termine “pulito”) solenni quando trovavo, al posto dei nomi dei componenti delle bands cose tipo “Zac”,”Grinch”,”Ely”, “Van”, “Mic” e altre amenità del genere. Ma a cosa diavolo serve nascondersi dietro dei nick-name? Se si è già famosi (come Bono) è un vezzo che ci si può permettere, altrimenti si crea “il nulla”, perché senza un nome un musicista non ha storia, non si riesce a risalire alle sue radici, alle sue esperienze. E così, inviperito, molti li ho “cassati”; altri, che mi dispiaceva lasciar fuori, li ho contattati sgridandoli e chiedendo dati più attendibili. Alcuni mi hanno risposto gentilissimi e superveloci nel fornire notizie (e li ringrazio), altri proprio se ne sono fregati. Ho cercato di mettere anche più immagini di copertine, perché le discografie sono importanti. Anche i capitoli tematici iniziali hanno raddoppiato il loro volume.
Per la copertina, poi, devo ringraziare Marco Lodola (che cito nel libro come “l’artista che è stato più vicino all’ambiente musicale pavese”) che mi ha concesso di usare un’immagine tratta da un suo lavoro. Devo ringraziare MiaPavia, La Provincia Pavese e i vari fotografi dai cui archivi ho pescato a piene mani, così come l’Amministrazione Provinciale di Pavia (e il suo vicepresidente Marco Facchinotti) che mi ha supportato e stimolato in questo mio lavoro, il mio editore che, con il solito entusiasmo (ed incoscienza) ha continuato a dire “Facciamolo! Facciamolo!” e ha ben incassato il continuo aumentare del numero delle pagine. Ed infine devo ringraziare mia moglie e mia figlia che, da mesi, devono vivere in una casa trasformata in un deposito-archivio, con fogli, giornali e fotografie accumulati dappertutto (negli ultimi mesi siamo stati costretti a mangiare sul divano, perché tutti i tavoli erano sommersi dal materiale che stavo consultando).
E’ superfluo dire che devo ringraziare tutti i musicisti, giovani e meno giovani, quelli che mi hanno fornito notizie e materiale, ma anche tutti gli altri, per il solo fatto di suonare e mantenere in vita il mondo musicale pavese che (ve ne accorgerete sfogliando il libro) è sempre stato vivace, in fermento e ricco di stimoli (sebbene l’ambiente circostante e la città stessa abbiano sempre “remato contro”).
Il libro dovrebbe essere pronto e presentato (con un concerto) verso la metà di settembre). Ci sarà anche un CD (non so ancora se in serie limitata o no) con alcune registrazioni dei gruppi degli anni ‘60/70 provenienti dal mio sterminato archivio. |