Ottime le scenografie, recitazione te(a)tra-le, Benigni urla dall'inizio alla fine, la Braschi è sul set come se fosse dal parrucchiere.
Un pò sceneggiato televisivo (ma senza la musica che ci aspetteremmo), un po' esperimento tecnologico-naif il pinocchio di Benigni non osa prendere posizione.
I dialetti, un'occasione mancata? Forse... sarà un caso che il gatto e la volpe parlano in milanese?
Però la gag è neutralizzata da anni di farsacce televisive...
Ricordarsi di dire a Benigni di vedersi Satantango per una rappresentazione dell'episodio del gatto e la volpe e del denaro nascosto più al passo coi tempi...
Meccanici gli episodi ma ancora più rigidi gli episodi di collegamento.
Certo che se qualcuno che non va mai al cinema vede Pinocchio e lo confronta con tutta la grancassa pubblicitaria torna a casa ed è felice di poter ammirare Pippo Franco e le imitazioni dei politici... Ma come mai la gente accorre a vedere una roba del genere? Pinocchio non ha neppure la grazia di un normale videomovie.
Bellissimi però i vestiti, di tutti, anche dei personaggi secondari, e proprio nei caratteri secondari c'è la qualità, anche recitativa (impara Nicoletta, impara...) vedi mangiafuoco o gli altri, come il padrone di Melampo.
In fondo anche la Braschi da triste che bacia Pinocchio, con le occhiaie e qualche rughetta assume quasi una veste d'attrice vera!
Un pò meglio il secondo tempo
Grandiosa la sequenza del grillo al paese dei balocchi, energia e ritmo allo stato puro, ma il regista è un altro?
La cura dell'immagine va di pari passo con la messa in scena: v. il risveglio di pinocchio al mattino nel paese dei balocchi con le mani alzate a nascondere la trasformazione incipiente.
Perché la balena è diventato uno squalo?
Dentro la balena-pescemostro-squalo sembra gardaland... non c'è posto per commozione o altro.
E' proprio vero da Benigni grande interprete non bisogna aspettarsi guizzi di regia, rivoluzionario e sperimentatore come attore e performer, Benigni rimane piccolo borghese e timido-tradizionalista come regista.
Fedele al testo di Collodi, va bene, ma nessuno a Benigni e Cerami ha spiegato che per "tradurre" in immagini bisogna saper "tradire"...
Alla fine il giudizio è sospeso, si era entrati al cinema pensando di dover vedere un film...
E due ultimi dubbi
Il primo: chissà che ottanta miliardi di vecchie lire non si potessero spender meglio?!
Ma, trucchi a parte, e si sa quanto costano! dove sono finiti tutti 'sti soldi, perchè se anche la Braschi ha preteso un miliardo a smorfia alla fine sai quanto si è speso...
E dubbio numero due anche a chi è piaciuto che cosa è poi piaciuto?
La poesia (!?), le immagini, la recitazione vera di Carlo Giuffré o i mille topolini virtuali che tirano la carrozza della fata turchina?
(dalla sala Corallo di Pavia, ore 22.45 del 15/10/2002)
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