La deposizione della figlia ha mostrato un padre un po' pedante a volte ostinato ma comunque buono e accettabile. E' bene però mettere in evidenza che questo giudizio è dato da una personalità molto simile alla sua.
La moglie invece ha messo in luce altri aspetti del carattere dell'imputato. A volte un po' lunatico e taciturno ma fondamentalmente buono e giusto.
Non vuole darlo a vedere ma vuole bene alla moglie anche se si dimentica regolarmente dei suoi anniversari. Personalmente sono del parere che qualcosa di buono deve pure esserci in lui se, dopo 25 anni di matrimonio, può contare su una moglie ancora, e in modo evidente innamorata.
Durante il suo interrogatorio l'imputato ha affermato di sentire forte il senso di giustizia e di libertà, di non poter soffrire il gregarismo, gli adulatori e tutti quelli che parlano di giustizia piantati sulla schiena del prossimo.
Secondo l'Accusatore è molto facile parlare di giustizia e di libertà: tutti ne chiedono ma solo per se stessi!
L'imputato si è impegnato di persona? Si, qualcosa ha fatto. Già negli anni dell'occupazione tedesca ha cercato di fare qualcosa. Attività marginali, sconosciuti da accompagnare, diffusione di stampa clandestina, trascinato, forse, dall'entusiasmo (o dall'incoscienza) dei sedici anni.
Quando poi un Amico del gruppo è stato deportato in un Lager Tedesco ha continuato ancora, seppur con molta paura in più.
Secondo l'Accusatore in quegli anni era facile prendere una posizione; i fatti stessi costringevano a farlo. E poi, l'imputato stesso non si è detto fortunato di essere vissuto in anni così decisivi?
Di essere cresciuto in un ambiente, cattolico, che rivendicava il primato dell'Uomo sullo Stato, in contrasto con il regime totalitario dell'epoca?
Il sue ideale di giustizia non poteva essere altro che la conseguenza dei concetti morali ricevuti, degli esempi silenziosi ma efficaci avuti in casa e a scuola, sul lavoro e nella chiesa stessa. Esempi che non potevano certo essere messi troppo in vista ma che chiedevano solamente di essere visti. Non si è detto, l'imputato, fortunato per aver avuto occhi per vederli?
Può essere poi questo, un merito per chi ritiene gli uomini, tutti uguali perché figli di Dio, e quindi, servi di nessuno? Per chi ritiene la libertà un dono di origine divina?
L'imputato si è difeso bene. Certo, anche a lui la vita ha imposto dei compromessi, ma ha sempre cercato di salvare quei principi per lui fondamentali.