Gli attuali episodi di cronaca che hanno coinvolto ragazze e ragazzi del nostro territorio sono indice di una grave situazione di disagio e richiedono qualche riflessione da parte di tutti: amministratori, docenti, genitori e, perché no, dagli stessi giovani.
La frequenza e la diversa natura dei fatti accaduti (baby-branco, furti, minacce, abbandono della casa..) non possono e non devono condurre nè a facili generalizzazioni nè a precipitose e sommarie valutazioni relative alle giovani generazioni; basti pensare che proprio in questi giorni tanti studenti sono responsabilmente impegnati negli esami di stato che rappresentano, oggi, più che in passato, un passeggio fondamentale della formazione professionale di ciascuno.
Quale genitore, operatore scolastico e non ultimo sindaco di questa città non posso che esprimere grande preoccupazione per quanto è accaduto e mi sento in dovere di denunciare la gravità di questa situazione su cui tutti abbiamo il dovere di riflettere.
I giovani crescono nell'ambiente che le generazioni a loro precedenti hanno costruito, respirano l'aria che il territorio produce, si identificano nei personaggi che la società propone. Pertanto da questa premessa, senza trascurare commenti ed opinioni degli esperti e dei cronisti, mi piacerebbe che si cogliesse l'occasione per aprire un dibattito, in cui tutti, ma soprattutto i giovani, portassero il loro contributo di idee e di osservazioni al fine di analizzare questi tristi episodi anche e soprattutto con la partecipazione di chi vive questa difficile età.
In queste occasioni sembra che un sano, se necessario aspro, confronto generazionale sia latente, anche se è sempre più insistente la richiesta dei genitori dei più piccoli di partecipare a momenti di confronto. Le tavole rotonde tra "esperti", i seminari, la consultazione di testi specializzati sono momenti sicuramente interessanti e stimolanti, ma mancano spesso dell'attore principale: il giovane, l'adolescente. Vivere l'adolescenza oggi è sicuramente molto più difficile di quanto non sia stato solo qualche anno fa. Chiediamo di ascoltare la voce di chi vive quell'età, cerchiamo di capire paure, delusioni, attese ed entusiasmi; i giovani sono la ricchezza del territorio, trascurare il loro disagio, è sintomo di debolezza dell'adulto.
Io auspico quindi che nonostante si stia avvicinando il periodo delle vacanze, si apra un costruttivo confronto; sarà poi compito di tutti non lasciare che quanto maturerà non appassisca al sole dell'estate. |