“Chi viaggia senza incontrare l’altro, non viaggia, si sposta” con questa idea in testa, Siro Marco Forlani, pavese appassionato di fotografia, bicicletta e viaggi (la maggior parte su due ruote), torna a proporre la sua personale a scopo benefico nella sua città.
L’ormai consueto appuntamento con la solidarietà, in calendario dal 2 al 10 aprile in San Lanfranco, coniuga le sue passioni: da oltre 10 anni, infatti, di ritorno dalle sue avventure in giro per il mondo, Forlani raccoglie le immagini scattate a paesaggi e villaggi, ma soprattutto, a uomini, donne e bambini, ritratti nel loro quotidiano, e ne fa un’esposizione al solo scopo di condividere i tanti sorrisi ispirati e le emozioni lette negli occhi delle persone incontrate.
Di anno in anno, la mostra vuole a portare a conoscenza del pubblico e delle scolaresche le difficili condizioni di vita degli abitanti del Terzo Mondo: tristi realtà - che spesso ignoriamo, o fingiamo di non conoscere - per provare a migliorare le quali l’evento, ad ingresso gratuito, raccoglie fondi che puntualmente vengono donati alla Congregazione delle Suore Carmelitane del SS Rosario.
«Questo è il racconto per immagini del viaggio che ho avuto l’opportunità di fare, a dicembre dello scorso anno, in Mauritania in pieno Sahara – racconta Forlani –. Ero con sei amici esperti di deserti, soprattutto profondi conoscitori del Sahara, il deserto per eccellenza.
Niente bicicletta questa volta, nella sabbia non si pedala, abbiamo viaggiato con due Toyota attrezzate per affrontare un viaggio di 4.000 km, un’avventura fatta di piste sabbiose, di polvere, di pietraie, di mulattiere. La Mauritania è il paese della sabbia, del vento, del silenzio, dei nomadi. Abbiamo dormito sulla sabbia dorata delle dune, sotto una volta di stelle, la luna dava un tocco magico proiettando sulla sabbia l’ombra di un’acacia. Siamo stati accolti dai nomadi nella loro tenda per condividere qualche cena a base di cuscus, allietati dai loro canti accompagnati dal suono dei coperchi da cucina e da un tamburo fatto con una pentola chiusa con una camera d’aria da camion. Persone semplici, la cui quotidianità è scandita da ritmi antichi, che vivono dell’essenziale, che godono del niente che hanno. Ancora una volta ho cercato di entrare in quella realtà provando a spogliarmi della mia presunzione, del mio sapere tutto, delle mie capacità, immedesimandomi nell’Altro… non nel diverso! Ho goduto dell’amicizia, nessuno mi ha chiesto di che religione fossi. Il responsabile di un villaggio mi disse: “non importa di che religione tu sia ne’ a quale religione io appartenga, l’importante è che siamo amici”».
Anche il ricavato di questa 11^ edizione, dal titolo Incontrare l’altro, andrà alle Suore Domenicane del SS Rosario e quest’anno contribuirà a sostenere la realizzazione di importanti progetti nella Missione di Zouan-Hounien (Costa d’Avorio). |