Una mostra per ripercorrere l’intensa poetica di un grande maestro del Novecento, nella Sala Mostre del Castello Visconteo di Pavia, si inaugura l’antologica dedicata al pittore bergamasco Severino Bellotti, curata da Giosuè Allegrini e organizzata da La Bezuga in collaborazione con i Musei Civici del Castello Visconteo di Pavia.
Siamo felici di poter ospitare nelle belle sale del Castello Visconteo le opere di Severino Bellotti, grande talento pittorico del Novecento, ammirato da tutti coloro che negli anni si sono avvicinati ai suoi lavori. - Dichiara Giacomo Galazzo, Assessore alla Cultura del Comune di Pavia. Paesaggi - nature morte, ritratti, i soggetti di Bellotti sono ora riuniti insieme a Pavia grazie allo sforzo congiunto del Centro Giorgio La Pira Onlus e della nostra Amministrazione, e si presentano come una finestra sulla storia dell’arte del secolo scorso. Un’esposizione, questa, che riconferma la vocazione culturale della nostra città,
Nato a Bergamo, nel 1900 e scomparso a Milano nel 1964, Bellotti era un artista a 360 gradi, dalla personalità poliedrica: fu infatti anche direttore per due anni dell'Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo, e profondo conoscitore e critico d’arte delle opere di Pellizza da Volpedo. Bellotti dipingeva paesaggi, nature morte, ma anche romantiche figure di donna colte nell’intimità dei pensieri e nella semplicità dei gesti, ritratti di bambini, vecchi suonatori e contadini. Amava la figura e le cromie dolci e intense, prive di evidenti contrasti chiaroscurali, le forme plastiche e ben tornite.
In mostra, fino al 10 maggio 2015, ci sono molte delle opere che hanno caratterizzato la storia di questo grande maestro del Novecento.
Proporre un’indagine storiografica e critica sull’opera artistica di Severino Bellotti – scrive Giosuè Allegrini nel testo di presentazione al catalogo – significa porre la luce dei riflettori su un grande artista figurativo, sì vicino alle istanze di “Novecento” e del “Realismo Magico”, ma senza che ne venisse mai travolto. Cantore di un’espressione creativa, velata di un fascino antico e malinconico e al contempo foriera di spunti di originalità e modernità. A un iniziale periodo concepito con opere di grande respiro e monumentalità, sulla scorta degli assunti teorici di Valori Plastici e Novecento, seguono in Bellotti opere di formato più contenuto raffiguranti ritratti, ambientazioni domestiche, bambini, scene di vita contadina e animali; il tutto illustrato con una freschezza narrativa e un’intima, sottesa, delicata sensibilità espressiva che ha pochi eguali. |