Eugenio Ghiozzi (in arte Gene Gnocchi) è uno dei più intelligenti e surreali protagonisti della comicità teatral-televisiva nazionale.
Il suo one-man-show, Cose che mi sono capitate a mia insaputa, muove da una situazione surreale per affrontare temi divertenti e profondi, che hanno per argomento grandi nodi dell'esistenza.
Dopo un consulto medico e il susseguente esame diagnostico, un individuo riceve un responso inquietante: sta benissimo, ma nella vita si è sempre tenuto tutto dentro! Non ha mai esternato nessuna emozione, alcun sentimento, alcun risentimento, come se la vita non fosse stata la sua! Riesaminando col pubblico la lastra grigia, si accorge che persino quell’esame medico è stato pagato da altri, a sua insaputa!
Inizia così una corsa febbrile a ripercorrere i fatti della propria esistenza, per accorgersi che sono accaduti senza che lui potesse rendersene conto, concertati dalla longa manus di un misterioso burattinaio (...Dio? ...il Ministro per l’attuazione del federalismo?... il Direttore del catasto? ...un impiegato dell’ACI? ...il suo carrozziere?...).
Tutto comunque è ormai avvenuto, dalla visita alla tenda di Gheddafi al mistero se sia più conveniente l’eolico o il fotovoltaico, fino alla scoperta della vera identità del Garante della privacy. E mentre questa discesa verso gli abissi di una esistenza ormai trascorsa non si arresta, a Gene e agli spettatori non rimane che chiedersi: “... ma perché siamo qui? ...non era meglio una visita guidata al museo delle ceramiche di Faenza?”
La società raccontata da Gene Gnocchi è assurda, surreale, provocatoriamente priva di senso. Nello spettacolo il comico di Fidenza racconta con graffiante ironia una realtà che ormai sfugge alla comune comprensione. Lo fa portando in scena un personaggio cinico, distaccato, che si ritrova ad affrontare una serie di situazioni inspiegabili, così come inspiegabili sono la sua e la nostra realtà quotidiane.
Si susseguono comiche e amare considerazioni sociali sui temi di sempre (la disoccupazione, la carenza di lavoro, la classe politica, il dibattito sull’energia,...), inframezzate da stacchetti pubblicitari, ai quali il protagonista è costretto dalla propria condizione di lavoratore precario.
Gene Gnocchi ha alle spalle trenta anni di carriera ma la sua graffiante ironia è rimasta immutata, come conferma questa occasione. Una satira che racconta la realtà e le sue contraddizioni, cercando di trovare un appiglio per comprendere quello che accade e che, purtroppo, quasi sempre sfugge. |