Ce ne siamo accorti sulla nostra pelle proprio qui in città. Il sabato pomeriggio sembrava dei più normali. Inverno incipiente. Foschia leggera. Un traffico sonnacchioso per le vie della periferia. Ma al Teatro Volta del quartiere della Scala c’era Madagascar 2 in programmazione. E noi non sospettavamo ancora nulla...
I primi bimbi arrivano con tre quarti d’ora d’anticipo. Davvero un’allegra brigata. L’occasione a pensarci è ghiotta. L’ingresso al film, proiettato naturalmente in pellicola 35mm e con tutti i crismi nella sala del comune, costa solo due euro a testa, bimbi ed adulti compresi. Ma mentre per il pur bellissimo film giapponese della settimana precedente la gente aveva riempito soltanto tre quarti del cinema, qui il pubblico sembra decisamente differente (sarà proprio vero che a Pavia piace soltanto il cinema super-raffinato?).
Nei minuti precedenti l’inizio della proiezione, infatti, le famiglie scendono dall’auto più in fretta. Quasi di corsa raggiungono, o cercano di raggiungere la sala. Ed ecco i primi delusi riaffacciarsi sull’atrio. Non c’è più posto. Il cinema è pieno. La sala è già esaurita. E fin qui tutto nella norma, intendiamoci. Non è poi così raro, che non ci sia più posto ad una proiezione azzeccata. È successo anche per almeno dieci serata all’ultima rassegna estiva sempre al Vittadini, “...quindi - già vi sento lamentare cari mieipavesini - che ce lo racconti a fare?” e adesso lo capirete. Perché adesso viene il bello.
Sta, infatti, scendendo dall’auto l’ennesima famigliola: padre e due figli. Un papà a dire il vero, se qualcuno avesse avuto l’attenzione per notarlo, un po’ più scuro in volto di quello che era lecito immaginare.
I tre si avvicinano all’ingresso, ormai in controcorrente rispetto al flusso. Se ne stanno andando in tanti, ma loro non ci fanno caso. I bimbi esaltati nell’attesa, il grande troppo preso nei suoi pensieri. Arrivano alla cassa. “Tre biglietti prego” “Spiacente. La sala è esaurita. Non possiamo più fare entrare nessuno” “Come sarebbe? I miei figli devono vedere questo film” “Lo capisco, ma davvero non ci sta più nessuno dentro, tutti i posti sono stati occupati. Sarà per la prossima volta” “... ma quale prossima volta, io non me ne vado di qui se voi non fate entrare i miei figli” “Guardi, molto volentieri, ma non è proprio possibile” “A sì? E allora io chiamo la polizia...” Detto fatto.
Una volante arriva frenando rumorosamente con le sirene accese davanti al Volta. I bimbi la guardano incuriositi, mentre si allontanano dal piazzale. I poliziotti, invece, sono proprio straniti arrivando in un’atmosfera che proprio non immaginavano. “Che succede? Un incidente? Una rapina? Una lite?” “No, veramente ho chiamato perché non vogliono lasciare entrare al cinema i miei bambini...”.
Ecco. Questo è stato l’effetto di Madagascar 2 a Pavia. Che succederà con il terzo?
Il leone Alex, la zebra Marty, la giraffa Melman e l’ippopotamo Gloria, che erano fuggiti dallo zoo di New York City e sono sbarcati prima in Madagascar e poi nell’Africa centrale, coltivano la loro nostalgia per la Big Apple e così nuotano fino a Monte Carlo, per trovare l’aeroplano dei pinguini. In Francia, tuttavia, una tutrice dell’ordine vede in loro il “nemico numero uno”. Fuggire con il treno di un circo rimane l’unica speranza.
C’è un impresario americano a Londra, che potrebbe comprare lo show, riportandoli tutti a casa. Un numero, ammettiamolo, che resta tutto ancora da immaginare... |