Goliardia scritta. Avete mai sentito parlare del "papiro"? Nel gergo dei goliardi il papiro è una sorta di carta d'identità, la tessera e lo "smacco" da pagare per poter entrare nel clan di re, principi e vassalli armati di feluche.
Il papiro - oltre ad essere una pianta da cui si ricava materia scrittoria - nel gergo degli studenti universitari è un vero e proprio documento, un oggetto necessario per l'iniziazione.
Il foglio ricorda l'antico diploma e il suo contenuto, arricchito da disegni e motti spesso ai limiti della decenza, è scritto nei toni pomposi e carnascialeschi del latino maccheronico.
L'antica goliardia, quella doc di una volta, imponeva d sottoporre le matricole a uno scherzo iniziatico, il pagamento di un piccolo rinfresco in cambio del papiro. Il foglio, controfirmato da tutti i goliardi della facoltà o soltanto dall'élite, aveva la funzione di lasciapassare: se la malcapitata matricola avesse incontrato degli anziani sarebbe sopravissuta indenne al rendez- vous senza dover più sborsare quattrini o salvarsi con ridicole penitenze.
Oggi rimane solo un ricordo sfumato di questa vecchia goliardia, ma il papiro è sopravvissuto ai tempi, anche se è cambiato nelle forme.
E se un tempo i goliardi che si laureavano nascondevano il papiro alle proprie mogli per non farle arrossire, oggi tutto questo sembra all'acqua di rose.
Cambiano i tempi o diminuisce la verve goliardica? |